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LE TRE ROSE DI EVA - Copertine e rassegna stampa

Una storia di omicidi, complotti, segreti ma soprattutto una grande storia d'amore tra due giovani appartenenti a famiglie nemiche. Con Anna Safroncik, Roberto Farnesi, Kaspar Capparoni, Luca Ward, Barbara De Rossi.....

Re: LE TRE ROSE DI EVA - Copertine e rassegna stampa

Messaggioda Nicole79 » sabato 23 maggio 2015, 20:59

Voglio sperare anch'io che non sia vero che Aurora sia uscita così dalla fiction :?

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Re: LE TRE ROSE DI EVA - Copertine e rassegna stampa

Messaggioda veu » martedì 26 maggio 2015, 9:16

Articolo su Anna Safroncik da DiLei:

Anna Safroncik lascia “Le tre rose di Eva”: intervista esclusiva

L'attrice, molto amata dal pubblico, ci parla un po' di sé e delle sue nuove scelte lavorative...

Un’incredibile rivolta dei fan si è scatenata sui social alla scoperta dell’uscita di Anna Safroncik della 3° stagione della serie Le tre rose di Eva. La decima puntata, andata in onda venerdì scorso, ha rivelato la morte del personaggio di Aurora Taviani interpretata dalla popolare e amatissima Anna, protagonista della serie cult di Canale 5. La serie fenomeno ha segnato ascolti da record ma ancor di più, ha incollato allo schermo famiglie intere appassionando il pubblico di tutte le età per tre intere stagioni. La nostra inviata di moda Wilma Faissol, meglio nota come Lady Facchinetti, ha fatto una chiacchierata con Anna per raccogliere le sue prime impressioni, eccone il resoconto…

Il giorno dopo la notizia della morte del personaggio di Aurora Taviani, sono arrivata a Roma per un evento di Louis Vuitton e Anna mi ha ospitata a casa sua, un bellissimo attico di lusso in zona Parione con vista a 360 gradi sulla città. Ci siamo sedute sul balcone con un bicchiere di vino e lei mi ha raccontato del suo addio alla tv e delle sue nuove avventure nel cinema.

Ho conosciuto Anna Safroncik un paio di anni fa attraverso il suo fidanzato, un grande amico imprenditore. Siamo usciti per cena e la prima cosa che mi ha colpito sono stati i suoi felini occhi azzurri e il neo alla Claudia Schiffer, perfettamente in bilico sopra le sue labbra carnose. Si muove con la grazia di una prima ballerina e riesce a mangiare una bruschetta con le mani con la delicatezza di un pittore rinascimentale (mentre io avevo tutti i pomodorini sparsi per terra). In sua presenza non si può fare a meno di sentirsi come un’orco, meno desiderabile del pesce crudo. Per rendere le cose ancora peggiori, lei è simpaticissima, con una cultura sterminata e parla con la dolcezza di un cherubino. Non c’è da sorprendersi per il numero di fan delusi che chiedono il ritorno della Safroncik alla serie TV.

“Per tre stagioni Le tre Rose di Eva mi ha portato tanta gioia. Ho avuto l’opportunità di vivere un personaggio e di vederlo crescere e svilupparsi in una donna piena di forza e coraggio. Sono molto grata a tutti coloro che hanno partecipato alla realizzazione di questo meraviglioso progetto, sopratutto ai miei fan, che mi hanno seguita e supportata attraverso la mia carriera. Adesso inizio la mia nuova avventura nel cinema“.

Sulle orme di Alessandro Preziosi, uscito da Vivere, Vittoria Puccini nata con Elisa di Rivombrosa e tanti altri, Anna Safroncik si è aperta le porte al grande schermo. Tra i suoi prossimi progetti ben due film per il cinema in uscita in prossimo autunno: Poli Opposti, con Luca Argentero di Max Croci, una commedia romantica, e Il Traduttore, un film drammatico, accanto a Claudia Gerini con la regia di Massimo Natale.

Sul red carpet ormai siamo abituati a vederla, icona di eleganza per cui ormai è ben nota. Durante lo scorso Festival di Cannes è stata una delle best-dressed, indossando Alberta Ferretti e Cartier e con i capelli raccolti, come una Audrey Hepburn dei nostri tempi. Durante la nostra lunga chiacchierata, mi ha rivelato qualcosa di sé…

Qual è il tuo stile?
Sono molto romantica e mi piace tanto lo stile femminile e delicato. Penso che sia un’influenza della mia mamma, che era prima ballerina ai suoi tempi. (Ecco perche la Safroncik sembra sempre che stia camminando sulle nuvole!)

Tu non usi mai il trucco, a parte il mascara. Quali sono i tuoi segreti di bellezza?
Non ho mai fatto ricorso a nessun tipo di chirurgia, sono totalmente naturale. Uso crema La Mer sul viso al mattino e alla sera, è come un elisir di lunga vita per la pelle, non potrei vivere senza. Dopo una settimana la pelle diventa di velluto e più fresca e luminosa, sento la differenza se sto più di due giorni senza usarlo. Sul mio balcone ho delle piante di aloe vera: le taglio, le apro e metto la polpa sul viso per qualche minuto, come una maschera naturale. L’aloe vera è buonissima per idratare, bevo anche un bicchierino di Aloe Vera Esi che compro in farmacia, ogni mattina a digiuno e alla sera prima di andare a letto.

Come ti vesti nella vita di tutti i giorni?
Sempre molto casual, jeans con una maglietta e giacca o chiodo. Ai piedi alterno Converse o un tacco, dipende dell’occasione.

Chi sono i tuoi stilisti preferiti?
Amo la femminilità di Alberta Ferretti e la sensualità di Dolce & Gabbana. I miei accessori preferiti sono quelli di Céline. Per quanto riguarda i jeans, uso sempre il marchio del mio fidanzato, Don’t Cry: mi vestono bene e sono super comodi.

Cosa c’e nella tua wish list adesso?
Un viaggio in una parte del mondo che ancora non conosco. Mi piace tanto entrare in contatto con nuove culture, vedere nuovi posti, conoscere nuove persone, credo che questo faccia molto bene a un’attrice.

Quali sono le 5 cose essenziali che porti con te quando viaggi?
Crema idratante per il viso La Mer, camicia bianca Zara, felpa leggera di cashmere Trussardi, macchina fotografica Laica perché adoro decorare la casa con le mie foto stampate, shampoo e maschera Pro-Keratin Refill di L’Oreal.

I 5 pezzi essenziale nel tuo guardaroba?
Skinny jeans Don’t Cry, blazer Costume National, abito nero Calvin Klein, t-shirt bianca H&M e un paio di scarpe nude Valentino che metto quasi ogni giorno.

Cosa c’e sempre dentro la tua borsa?
Fluido protettore spf 50 La Mer, Baby Lip Balm Kiehl’s, occhiali Miu Miu, un libro e una sciarpa colorata Faliero Sarti perché ho sempre freddo!

Cosa fai per rilassarti?
Guardo la tv sdraiata sul divano con i miei gatti e il mio fidanzato, leggo un buon libro e spesso suono il pianoforte quando torno dallo studio.

Il tuo regista preferito?
Ho sempre amato Fellini, da piccola mia mamma guardava sempre i suoi film. Per me è un onore essere un esponente del cinema italiano ed è stato più che meraviglioso lavorare con Max Croci e Massimo Natale.

Sei un’artista poliedrica. Cosa sogni per la tua nuova vita nel cinema?
Sono molto contenta di aver interpretato tanti ruoli diversi nella mia carriera di attrice. Mi piace molto la commedia romantica, il mio sogno è diventare la Sandra Bullock italiana!
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Re: LE TRE ROSE DI EVA - Copertine e rassegna stampa

Messaggioda veu » martedì 26 maggio 2015, 9:19

Da Panorama:

Serie TV
Le tre rose di Eva 3: muore Aurora e i fan della serie si ribellano
Il post di addio di Anna Safroncik ha incassato oltre 14 mila commenti

25 maggio 2015

di Francesco Canino

Che il colpo di scena fosse dietro l'angolo, gli spettatori de Le tre rose di Eva 3 lo avevano intuito già al termine della nona puntata della fiction di Canale 5, quando una mano misteriosa aveva sparato ad Aurora e Alessandro, ovvero i protagonisti della serie. E l'uscita di scena di uno dei personaggi chiave, ovvero quello intepretato da Anna Safroncik, ha sollevato un'ondata di incredulità tra i fans che in queste ore stanno riversando sul web l'amarezza per la scelta degli sceneggiatori.

La morte di Aurora

La decima puntata de Le tre rose di Eva 3 segna dunque una svolta definitiva nella trama della fiction di Canale 5 visto che la "dipartita" di Aurora è definitiva (anche se sul web c'è chi immagina un altro clamoroso ritorno). Dopo essere stata colpita da un colpo di pistola assieme ad Alessandro (Roberto Farnesi), la donna non sopravvive e muore lasciando il marito in preda alla disperazione e alla voglia di capire se a sparare sia stato davvero Maniero (Tommaso Ragno). Pochi minuti dopo la clamorosa scena, i fans della fiction hanno iniziato a sommergere il web di proteste e, sorpresa, ad esprimere il suo disappunto via Twitter è sceso in campo anche Massimo Del Frate, direttore del dipartimento fiction di Endemol Italia: “Grazie Aurora! Ma è incomprensibile la scelta di chi ha voluto tradire milioni di spettatori”.

Il messaggio della Safroncik

Nelle scorse ore Anna Safroncik ha poi pubblicato un messaggio indirizzato ai fans, pubblicato sulla sua pagina Facebook. "Cari amici, qui finisce la mia avventura nei panni di Aurora. Sono state 3 stagioni meravigliose e voglio ringraziare Voi tutti per la gioia che mi avete dato in questi tre anni - ha spiegato l'attrice - Il vostro affetto mi ha fatto essere ancora più grata di avere l'opportunità di fare questo lavoro, che amo e con il quale cerco, attraverso i miei personaggi, di portare spensieratezza insieme a coraggio e forza d'animo alle donne che si rivedono in me". Poi i ringraziamenti finali: "Ringrazio i miei produttori, Endemol, la rete, Mediaset per l'opportunità, i miei colleghi per l'affetto e tutti coloro che hanno partecipato alla realizzazione di questa serie meravigliosa, Le tre rose di Eva, che sono certa continuerà a regalarvi sorprese e emozioni grandissime".
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Re: LE TRE ROSE DI EVA - Copertine e rassegna stampa

Messaggioda veu » martedì 26 maggio 2015, 9:25

Intervista al regista delle Tre Rose di Eva, Raffaele Mertes, da Il Profumo della Dolce Vita:

“Le tre rose di Eva. Terza serie”. Intervista esclusiva al regista Raffaele Mertes

di Massimo Nardin
26 maggio 2015

Giunta alle ultime quattro puntate della sua terza serie, la celebre fiction di Canale 5 “Le tre rose di Eva” vede a poco a poco sciogliersi i nodi degli inquietanti misteri disseminati sin qui. Il bandolo della matassa è però ancora lontano e molti colpi di scena si susseguiranno. Uno, intanto, ha appena mandato in subbuglio i milioni di affezionati telespettatori: Aurora (la protagonista assoluta interpretata da Anna Safroncik), compagna di Alessandro e madre della piccola Eva, è stata assassinata. Chi è stato? Il dr. Maniero, sembrava in un primo momento, eppure…
Cercando per una volta di non cedere al fascino della trama e concentrandomi invece sugli aspetti tecnici, ho avuto la fortuna e il piacere di porre qualche domanda al regista della fiction, Raffaele Mertes, incontrato a Roma in occasione della presentazione della terza serie, lo scorso 17 marzo, e poi successivamente ricontattato. Una chiacchierata, anche questa, ricca di sorprese, oltre che di preziose informazioni.

DOMANDA – Nell’ambito della fiction non solo italiana, tu sei conosciuto per essere un regista talentuoso e nello stesso tempo il più veloce di tutti, capace di realizzare otto minuti di montato al giorno, ovvero il doppio dei risultati abituali. Come riesci a ottenere ciò senza sacrificare la qualità?
RISPOSTA – Una prima ragione risiede nel fatto che io nasco come autore della fotografia. Una professione che ho svolto per quindici anni prima di passare alla regia. Il mio maestro è stato il regista Roger Young, per il quale sono stato autore della fotografia in “Salomone” (1997), miniserie televisiva in due puntate del ciclo “La Bibbia”. Ciclo per il quale ho poi curato la regia di due film, “Ester” (1999) e “San Giovanni. L’Apocalisse” (2002). Sono proprio queste esperienze di grandi dimensioni e di respiro internazionale che mi hanno staccato dalle logiche produttive esclusivamente italiane, avvicinandomi a quelle europee e statunitensi. Qui va individuata la seconda spiegazione per la specificità del mio lavoro. La concezione produttiva ed organizzativa americana prevede infatti un metodo molto preciso, solitamente ignorato in Italia. Io l’ho appreso e l’ho poi applicato nei miei lavori, ampliandolo. Ho cioè integrato la regia con la direzione della fotografia alla luce del medesimo metodo. La velocità è essenziale. E il paradosso è che io non sono veloce perché faccio meno inquadrature; al contrario, probabilmente ne giro il triplo rispetto ai colleghi italiani che non seguono la mia metodologia. Riesco cioè a portare in produzione diversi minuti al giorno tenendo alta la qualità delle inquadrature e la ricchezza delle soluzioni registiche.

D – Mi puoi spiegare nel dettaglio come si concretizza questo tuo metodo? In una – diciamo così – giornata tipo sul set.
R – Il metodo che ho imparato negli Stati Uniti e che adotto nei miei lavori non comporta l’imposizione costante di una griglia precostituita. Anch’io mi lascio suggestionare dalle contingenze che trovo sul set e che arricchiscono il risultato finale. Ma un conto è che tale suggestione segua un’idea già ben strutturata se pur passibile di cambiamento, un altro è che le contingenze diventino esse stesse la linea guida. Io arrivo sul set la mattina molto presto e, in genere, faccio una riunione con i miei collaboratori più stretti circa tre quarti d’ora prima dell’orario di chiamata per la lavorazione. A conclusione della riunione, noi abbiamo un’idea sufficientemente precisa di che cosa andremo a realizzare nell’arco della giornata. Faccio la riunione la mattina perché si possa tener conto di una serie di fattori impossibili da prevedere nei giorni antecedenti. A partire dal tempo atmosferico e dalla conseguente scelta di girare certe scene in esterni oppure in interni, per proseguire con gli attori, chi di loro è indisponibile oppure arriverà in ritardo. Sulla base di queste informazioni, potrò pianificare con precisione le operazioni della giornata, la scaletta delle riprese ecc. Così facendo, metto i miei collaboratori nelle condizioni migliori per allestire la scena, dando loro il tempo necessario per provvedere a tutto quello che non è stato previsto sino al giorno prima. Gli elementi mancanti o che non convincono nei diversi reparti – luci, arredamento, costumi – potranno essere corretti o sostituiti. I tempi morti sono ottimizzati e limitati, di modo che mezz’ora dopo la chiamata ufficiale io sono pronto per girare; ancora dieci minuti, e batto il primo ciak. Ciò avviene entro quaranta minuti dalla chiamata, non un’ora e mezzo dopo come spesso capita. Si hanno pertanto nove ore effettive di lavorazione a disposizione. Invece, se non si fa così, succede che nel pomeriggio ci si troverà a dover girare in tutta fretta scene che molto probabilmente riusciranno male, e facendo tutto ciò di corsa certamente il risultato finale sarà penalizzato. Io, invece, voglio arrivare all’ultima scena della giornata con la calma per girarla al meglio e, come le altre, rapidamente.

D – Un tale metodo, che coinvolge i collaboratori per più tempo e con una maggiore intensità, fa lievitare i costi oppure li abbassa? La produzione ti ha sempre assecondato, o all’inizio non ha capito (talvolta non capisce) le tue esigenze?
R – I collaboratori sono ben felici di risolvere problemi in anticipo e senza stress. La produzione vuole i risultati e rientrare nel budget, il committente un lavoro di qualità: entrambi sanno che farò il mio meglio per soddisfarli. Quindi mi lasciano abbastanza libero di fare a modo mio.

D – Le tue inquadrature si contraddistinguono per chiarezza e profondità, il loro montaggio disegna piani molto precisi ed efficacemente giustapposti. Esegui uno storyboard?
R – Non faccio storyboards, perché non so disegnare, ma quando la scena è complicata faccio una “scaletta”, ossia una lista delle inquadrature minime necessarie per il montaggio; poi, magari, durante le riprese aggiungo delle varianti.

D – Qual è il tuo rapporto con gli autori della sceneggiatura?
R – Con gli sceneggiatori in genere ho un buon rapporto. Cerco di rispettare la sceneggiatura a meno che ragioni contingenti o di buon senso mi costringano a modificare la scena da girare, ma sempre nello spirito di quanto scritto.

D – Giri sempre in digitale?
R – Sì. Io sono passato al digitale nel 2008 e con questa tecnologia ho continuato. Giro in Red per un motivo di praticità e di qualità: è la prima cinepresa che mi ha dato il raw [file in formato grezzo, non elaborato, su cui si può successivamente intervenire senza una sostanziale perdita di qualità rispetto all’originale – NdR], un formato che per me è imprescindibile. Non ho infatti il tempo per finalizzare le riprese sul set: tutto quel che può essere tecnicamente rimandato ad uno stadio successivo, e cioè alla post-produzione, non deve occupare il tempo delle riprese. Mi riferisco, ad esempio, alla correzione colore e a determinati problemi di esposizione. Il raw mi dà questa possibilità. La Red era la prima cinepresa a consentire tale tipo di memorizzazione; adesso lo fa anche l’Arri Alexa, ma io sono rimasto legato alla Red.

D – Ecco, la “color correction”: segui interamente anche questo passaggio? Te lo domando perché un’altra caratteristica che differenza nettamente la tua dalle altre fiction è un tono dell’immagine leggermente sottoesposto, crepuscolare, freddo e denso nello stesso tempo, che dà omogeneità all’intero racconto rendendo meno netta la distinzione tra esterno ed interno. È una cifra stilistica che hai suggerito tu o sono direttive specifiche nate dalla narrazione o dall’impianto produttivo?
R – La “color correction” è impostata dal mio autore della fotografia, Mirko Fioravanti, e poi da me controllata. In Italia purtroppo la fotografia di una fiction è spesso banalizzata. Molti committenti chiedono in genere solo che “si veda tutto molto bene”, che non ci siano “scene scure o troppo contrastate” e in generale che ci sia “molta luce”. Questo è il retaggio di una televisione che andava in onda in analogico su apparecchi televisivi a tubo catodico e dalle dimensioni più diverse, in molti casi limitate; per cui, se non era tutto estremamente “chiaro”, molti utenti rischiavano di avere una visione faticosa. Ormai da alcuni anni, con la trasmissione digitale e la capillare diffusione di apparecchi televisivi in alta o comunque buona definizione, la visione di un prodotto rispecchia molto (se si eccettua in parte la compressione dell’immagine) la qualità originale predisposta dal regista e dall’autore della fotografia. Rinunciare perciò alla possibilità di accompagnare la fiction con una fotografia appropriata, che interpreti la storia, è veramente stupido. Pertanto, rispetto ad altri colleghi, mi permetto di “osare” di più. Senza tuttavia andare fino in fondo, come forse vorrei, per non rischiare di avere una immagine troppo spinta.

D – Un’ulteriore, suggestiva peculiarità riguarda le fasce orarie estreme in cui vengono girati alcuni degli esterni, ossia l’alba, il tramonto o addirittura la notte (effettivi o ricreati). Scelte che impreziosiscono le varie puntate. Penso alla splendida conclusione dell’ottava, con l’avvertimento di Aurora e Alessandro al dr. Maniero: la luce calda e diretta e le ombre lunghe…
R – Da sempre amo riprendere in situazioni di luce estreme, vere o ricreate che siano. Un tramonto, un crepuscolo, un’alba generano spesso immagini più interessanti e aggiungono atmosfera al racconto. Per esempio, nella citata scena finale dell’ottava puntata volevo un’immagine forte, romantica di Aurora e Alessandro che, finalmente insieme, “dichiarano guerra” al dr. Maniero. Abbiamo girato in un pomeriggio grigio, dove la luce naturale era molto bassa, condizione eccellente per poter creare artificialmente un bel tramonto caldo. Ho fatto questa richiesta a Mirko Fioravanti, il quale ha subito sposato l’idea e abbiamo potuto realizzare un bel finale di puntata “ad effetto”.

D – Giri anche con due cineprese?
R – Non uso frequentemente due o più macchine da presa, salvo in casi di scene complicate, di massa o d’azione. In passato ho fatto diversi esperimenti ed ho verificato ogni volta che due cineprese rallentano anziché velocizzare il lavoro e ti costringono a troppi compromessi. Se c’è un senso formale più o meno preciso nei miei prodotti, questo dipende dall’uso di una sola macchina da presa, che ti garantisce il totale controllo e la libertà necessaria. Oltretutto, generalmente, opero io stesso con la macchina da presa, quindi posso gestire direttamente le cose senza troppi intermediari. Girare con una sola cinepresa mi dà più libertà e più rapidità; inoltre, mi permette un rapporto più personale e diretto con gli attori, che ho lì davanti a me, a due metri di distanza, e non vedo stando dietro un monitor posto magari a venti metri. Con una sola camera posso mettere le quinte corrette, calibrare le giuste profondità, fare inquadrature migliori. Posizionare e gestire due camere per fare ad esempio un campo e controcampo di due attori contemporaneamente, invece, allunga i tempi e non permette un controllo completo. Qualcosa va sempre perso: in una scena di dialogo, è più difficile controllare in maniera accurata i due attori nello stesso tempo. Per avere una migliore qualità, almeno per come lavoro io, è più utile e rapido usare una sola macchina.

D – Come ti relazioni con i tuoi attori?
R – Il mio lavoro è far sentire a proprio agio l’attore, entrare nella sua psicologia e trovare la chiave d’interazione e la migliore strategia per portarlo a recitare il suo ruolo al meglio. C’è chi ha bisogno di essere guidato con una certa severità, e chi invece va semplicemente assecondato. Il mio obiettivo, d’altronde, è sempre il risultato finale, ossia quel che rimane di tutto il lavoro mio, del cast e dell’intera troupe; inoltre, dovendo lavorare insieme a volte per sei mesi continuativamente, è necessario creare ogni giorno, nel limite del possibile, l’ambiente più gradevole e senza inutili tensioni, per poter ottenere il massimo da ognuno.

> Caro Raffaele, ti ringrazio per la tua squisita disponibilità.
< Grazie a te Massimo!
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Re: LE TRE ROSE DI EVA - Copertine e rassegna stampa

Messaggioda veu » martedì 26 maggio 2015, 16:22

Intervista a Licia Nunez (Elena) da Marida Caterini:

Licia Nunez: dopo Le tre rose di Eva sogno un film d'azione

Licia Nunez è una delle protagoniste femminili de Le tre rose di Eva, la fiction di Canale 5 in cui intepreta Elena Monforte. Presente sin dal debutto della serie, il suo personaggio è stato protagonista di un'importante evoluzione emotiva.

In attesa di assistere questa sera al nono appuntamento della serie, in onda su Canale 5 in prime time, l'abbiamo incontrata.

Ci racconta l'evoluzione del suo personaggio?
Elena Monforte ha vissuto una crescita esponenziale in questi anni, in particolare proprio in questa terza stagione. Nelle prime due stagioni abbiamo trovato una ragazzina fragile, totalmente succube della madre padrona e, in seguito, una donna con un grande desiderio di amore.
Nella terza serie, con la madre in carcere, Elena diventa l'unica vera presenza femminile dei Monforte. È lei che in qualche modo dovrà addossarsi le problematiche di tutti e dovrà tenere unita una famiglia che, nel frattempo, si è sfaldata. Quest'anno insomma, siamo di fronte ad una donna forte, consapevole dei propri mezzi che riuscirà a salvare l'azienda da tutte le varie insidie.
Insomma, Elena Monforte è una donna dalle tante sfumature, che ha acquisito con il passare del tempo: è caparbia, combattiva ma anche fragile.

Pensa che quelle sfumature in fase di scrittura siano state modellate su di lei, sulla base del carattere dell'attrice che la interpreta?
No, sono delle sfumature che probabilmente erano inevitabili. Poi, naturalmente, ci si "adatta" al personaggio, ma prescindono da me.

Trova che questa sia la serie migliore?
Io sono legata alla prima stagione, ma la terza è più intrigante. L'amore è il motore che muove tutto, ma, come i telespettatori hanno visto, c'è anche il thriller. Grandi colpi di scena, uscite importanti; per quanto mi riguarda, io ho girato scene molto significative per l'evoluzione delle vicende.

Secondo lei qual è il motivo alla base di questo innesto thriller?
Coinvolge una fascia di telespettatori che non abbiamo avuto nelle due stagioni precedenti, perciò io trovo questa nuova linea una scelta vincente

La fiction italiana generalmente è molto criticata, lei nota un'evoluzione?
Personalmente ritengo ci siano prodotti validi, come Squadra Antimafia, che insieme alle Tre rose di Eva è uno dei pilastri più importanti di Mediaset. Credo che, col passare del tempo, i telespettatori sentano il bisogno di vedere altro dalla classica storia d'amore: dato il difficile momento storico che stiamo vivendo, penso che il pubblico abbia bisogno di storie leggere che, però, siano accattivanti.

Un'altra fiction che le piace?
In realtà non le seguo molto...

Come mai?
Perché mi piace andare al cinema, anche e soprattutto per una mia crescita personale. Sto poca in casa e guardo poca televisione.

C'è un ruolo in particolare che le piacerebbe interpretare?
Un personaggio di un film d'azione, sia in una serie che al cinema

Progetti futuri?
Uno televisivo, che dovrebbe partire a fine giugno.
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Re: LE TRE ROSE DI EVA - Copertine e rassegna stampa

Messaggioda veu » martedì 26 maggio 2015, 16:25

Intervista a Anna Safroncik (Aurora) da Marida Caterini:

Le tre rose di Eva 3: Anna Safroncik racconta il suo ruolo

Inizia questa sera la terza stagione della serie Le tre rose di Eva, interpretata da Anna Safroncik e da Roberto Farnesi- nel cast anche Luca Capuano, Franco Castellano, Martina Pinto, Giorgia Wurth, Luca Ward e Nino Castelnuovo.
Abbiamo incontrato la protagonista Anna Safroncik, che ci ha raccontato l'evoluzione del suo personaggio.

Che succederà ad Aurora e Alessandro in questo terzo sequel?
Innanzitutto sottolineo che la serie all'esordio è sicuramente la più ricca di intrighi, misteri, amori e colpi di scena. La novità è rappresentata dal fatto che questa volta i due personaggi principali tornano insieme: l'amore tra Aurora e Alessandro è più forte degli ostacoli affrontati finora. Ma di ostacoli ne incontreranno ancora tanti nel corso delle prossime puntate.
Questa volta però lotteranno insieme, saranno dalla stessa parte, si daranno coraggio a vicenda, e questo è il risvolto positivo del loro sentimento.

In quali altri percoli si troveranno Aurora e Alessandro?
Saranno molti a cercare di farle del male, e in maniera molto più consistente rispetto al passato. Innanzitutto, tornata a Villalba per cercare di far luce si aspetti del suo passato, improvvisamente sparisce e non se ne hanno più tracce. La scomparsa fa pensare che Aurora sia morta, ma Alessandro sa che è ancora viva e cercherà di far luce su quanto è successo. Posso solo anticipare che, a voler del male ad Aurora, sono persone a lei molto vicine.

Quindi, in questa serie, viene celebrato il trionfo dell'amore tra Aurora e Alessandro?
Si, posso svelare che, finalmente, questa coppia che si è amata e odiata, rincorsa e allontanata per due stagioni, adesso finalmente si ricongiungerà e riuscirà ad amarsi.
È proprio grazie al loro rapporto ritrovato che Alessandro troverà la forza di riscoprire il mistero sulla scomparsa di Aurora e smascherare gli intrighi che si stanno perpetrando a suo danno.

Su quali basi si regge il nuovo rapporto tra Aurora e Alessandro?
Questa volta è la fiducia tra di loro ad animarli e spingerli a continuare nella lotta per scoprire i misteri di Villalba. In passato invece, il comportamento dei due era sempre stato ambiguo e ognuno aveva sempre diffidato dell'altro.

In questa serie Aurora appare più matura, ci spiega il perché?
Il mio personaggio è cresciuto mentalmente e psicologicamente. Tutto quello che ha dovuto soffrire nelle serie precedenti, ha inciso sulla sua personalità, regalandole una maturità che si è ancor più esaltata nel ruolo di madre. Aurora infatti, ha avuto da Alessandro una bimba, Eva, a cui adesso dedica tutte le attenzioni.

Oltre Le tre rose di Eva, quali sono i suoi futuri impegni professionali?
Sarò nel cast di due film destinati al grande schermo. Il primo ha per titolo Il Traduttore, ed è di Massimo Natale.
Interpreto un personaggio negativo: un'ispettrice di polizia corrotta che rappresenta il male ed è molto lontana dalla figura di Aurora, che invece è una vera e propria eroina romantica. È un ruolo che metterà alla prova la mia professionalità, in quanto mi sono sforzata di essere credibile e convincente.

Con il secondo film torna alla commedia?
Con Poli Opposti mi calo in una sorta di eroina che vive in atmosfere quasi simili a quelle di Aurora, anche se il contesto è diametralmente opposto. Ma non sono un personaggio negativo, e torno quindi a interpretare una donna con buoni sentimenti. Nel film recito accanto a luca Argentero.
L'uscita nelle sale cinematografiche è ancora incerta.
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Re: LE TRE ROSE DI EVA - Copertine e rassegna stampa

Messaggioda veu » martedì 26 maggio 2015, 16:27

Articolo su Sara Mollaioli (Rosa) da La Gazzetta dello Spettacolo:

Sara Mollaioli parla dell’uscita di scena di Anna Safroncik: “Sono orgogliosa di lei”

Venerdì 22 maggio è andata in onda una nuova puntata de Le Tre Rose di Eva. La puntata ha sconvolto i fans e l’intero web, a causa dell’improvvisa e inaspettata morte della protagonista principale: Aurora Gori. Infatti, l’attrice Anna Safroncik ha annunciato a sorpresa la sua definitiva uscita di scena, dando addio ai telespettatori sulla sua pagina Facebook. Sono stati tanti i messaggi di sgomento e di stupore per l’attrice scritti dai fans. La Safroncik, dopo tre anni nella fortunata fiction, ha deciso di concludere così la sua storia d’amore con Alessandro ( Roberto Farnesi). Anche Sara Mollaioli, l’attrice che per due anni ha interpretato il personaggio di Rosa Gori, la giovane madre di Anna Safroncik, ha voluto condividere su Facebook il suo pensiero su quanto accaduto.

” Felicissima di aver preso parte a questa meravigliosa fiction Le tre rose di Eva di successo. Sono ancora più orgogliosa di aver potuto lavorare al fianco di Anna Safroncik Official in queste due stagioni.
Ciao Aurora e Rosa Gori…”

La Mollaioli ha postato anche una foto con Anna Safroncik, in cui le giovani attrici sono ritratte in un momento di pausa durante le riprese di questa terza stagione.
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Re: LE TRE ROSE DI EVA - Copertine e rassegna stampa

Messaggioda veu » martedì 26 maggio 2015, 16:46

Articolo su Roberto Farnesi (Alessandro) da Tv Sorrisi e Canzoni:

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Re: LE TRE ROSE DI EVA - Copertine e rassegna stampa

Messaggioda veu » mercoledì 27 maggio 2015, 22:31

Vecchio articolo della prima serie da Tv Sorrisi e Canzoni:

LUCA WARD, l’intervista al «cattivo» di LE TRE ROSE DI EVA

La cattiveria è il suo forte. Ruggero Camerana è talmente cattivo che fa fuori tutti quelli che gli sbarrano la strada, compresi quelli che lo vogliono morto. Doveva comparire solo in alcune puntate e poi soccombere e, invece, è restato per tutta la serie di «Le tre rose di Eva» con grandi ascolti (oltre cinque milioni di media). E con gran soddisfazione di Luca Ward, l’attore che gli dà il volto truce e soprattutto la voce profonda, proprio lui, uno dei più famosi doppiatori italiani.

Luca Ward, ma quanto è cattivo Camerana?
«Io lo chiamo il “cattivik” della situazione, ma è così cattivo per tutta una serie di motivazioni che si spiegheranno più avanti con un sorpresone finale».

Spietato, vendicativo, sciupafemmine, non gli manca niente…
«Grazie al cielo è l’esatto contrario di Luca Ward, e quello che mi diverte molto è proprio questo. Camerana è come vorrei essere, ma non ci sono mai riuscito».

Vorrebbe esser cattivo?
«La maggior parte del mondo per fortuna è fatta da buoni, i cattivi sono una minoranza. Però quando vediamo un cattivo in tv o al cinema vorremmo essere così: spietati, iene. Poi la nostra educazione ci porta a essere persone positive».

Beh, di cattivi in giro ce ne sono parecchi…
«Purtroppo sì, e in primis i politici perché pensano agli affari loro e della gente non gliene frega niente, lo dimostrano tutti i giorni. Sono loro i “cattivik”, per questo la gente si sta allontanando da certe figure».

Il più cattivo mai incontrato nella vita reale?
«Anni fa c’era un personaggio molto importante nell’ambiente dello spettacolo che, per i suoi scopi, triturava chiunque lo ostacolasse e piazzava solo chi voleva lui. Un vero cattivo».

Su Twitter ha 15 mila follower. Con Camerana c’è stato un incremento?
«Sì, ma soprattutto da quando ho cominciato a capire cosa fosse Twitter. C’ero da un paio di anni, ma non lo avevo mai usato. Poi un giorno Fiorello mi ha spiegato».

Cosa le ha spiegato Fiorello?
«Mi ha detto: “È carino, è divertente, stai a contatto con la gente, ma è molto impegnativo”. In effetti aveva ragione lui, ci devi stare tre ore al giorno. Faccio quello che posso, ma non riesco a rispondere a tutti».

A cosa si deve secondo lei il grande successo di «Le tre rose di Eva»?
«Credo che la scrittura sia molto furba, si sono rifatti a quello che erano certi sceneggiati di un tempo, penso a “Dynasty”, “Elisa di Rivombrosa”. E vuoi mettere il fatto che alle undici e un quarto di sera è finito?».

Tutto è bene quel che finisce presto?
«Non si può arrivare all’una di notte per guardare certi programmi, gli americani insegnano. Negli Usa una puntata di una serie dura al massimo 50 minuti, adesso per fortuna Mediaset è scesa da 100 a 78 minuti».

Come doppiatore ha detto: «Non ci sono più frasi memorabili al cinema».
«È vero, forse per mancanza di idee le ultime frasi memorabili che ho doppiato sono state quelle di Russell Crowe nel “Gladiatore”, e parliamo del 2000, 12 anni fa!».

Dunque sta dicendo che Camerana non ha mai detto una frase memorabile…
«Proprio così. Certo, Camerana avrebbe potuto benissimo dire: “Al mio segnale scatenate l’inferno!”, ma gli appassionati del “Gladiatore” mi avrebbero menato».

Ci sarà Camerana anche nella seconda stagione della fiction?
«Penso proprio di sì, figurati se lo fanno sparire».

Scusi, com’è che legge l’oroscopo su Radio Italia?
«In realtà da sette anni sono la voce ufficiale del network. Faccio i jingle, leggo alcuni promo, faccio una trasmissione sul cinema che va in onda il sabato, e leggo anche l’oroscopo».

Lei crede agli oroscopi?
«Confesso di no».

.Essendo del Leone, lei dovrebbe avere un ego pronunciato, essere una persona orgogliosa e un ottimo organizzatore…
«Sono proprio così, non fa una piega. Infatti quando leggo per il segno del Leone: “Oggi siete un po’ giù di tono”, fra me e me dico: “Ma che stai a di’!”».

Ci fa l’oroscopo di Camerana?
«Camerana lo facciamo dello Scorpione. Eccolo: “Oggi Ruggero Camerana farà passare dei guai a tutti, questo è sicuro”».
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Re: LE TRE ROSE DI EVA - Copertine e rassegna stampa

Messaggioda veu » mercoledì 27 maggio 2015, 22:35

Articolo da Oggi:

Anna Safroncik, single per un giorno fa shopping meraviglia in via Montenapoleone

Anna Safroncik, in Montenapoleone a Milano, fa shopping con un'amica. Guarda la sua giornata
L’attrice si è concessa una giornata di shopping con un’amica, in via Montenapoleone a Milano. Ma anche se ha lasciato a casa il fidanzato Paolo Barletta, il suo look è inappuntabile. Casual, per passare da un negozio all’altro, ma superchic…

Anna Safroncik, che shopping meraviglia in via Montenapoleone! Per la sua passeggiata, tra i negozi del lusso, l’attrice sceglie la compagnia di un’amica e lascia a casa il fidanzato Paolo Barletta. E, single per un giorno, si diverte e ride con la compagna di shopping anche se agli acquisti sembra preferire le chiacchiere… Ma chissà che, passeggiando tra le meravigliose vetrine del quadrilatero della moda, non trovi l’idea giusta per un nuovo look…

SUPERCHIC – La bella attrice ucraina sceglie un look supercasual, con chiodo jeans skinny e scarpe comode e riesce ad essere egualmente superchic. Un paio di occhiali glamour completano il look. Insomma, fidanzato o non fidanzato, l’attrice ha voluto essere inappuntabile…

Anna Safroncik e il fidanzato Paolo Barletta, tenerezze al largo di Ponza – LEGGI | FOTO

HA DETTO ADDIO ALLE TRE ROSE DI EVA – Intanto, però è stata al centro di una piccola polemica, perché a sorpresa ha detto addio (salvo ripensamenti dopo le suppliche dei fan) al suo personaggio di Aurora nella serie Le tre rose di Eva 3. Il suo addio, il 22 maggio, ha tenuto inchiodati gli spettatori alla Tv. Pochi minuti dopo la messa in onda, la Safroncik ha voluto salutare il suo pubblico con un messaggio sulla sua pagina ufficiale: “Cari amici, qui finisce la mia avventura nei panni di Aurora. Sono state 3 stagioni meravigliose – si legge – e voglio ringraziare Voi tutti per la gioia che mi avete dato in questi tre anni”.


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